
Annalisa Magri è una giovane donna imprenditrice, proprietà dell’hotel Eridano e di Ottocentodieci Ristorante, posto al suo interno. Qui, è anche anima della sala, maître e sommelier, oltre a essere restaurant manager, e quindi a occuparsi del rapporto con i fornitori e con tutti gli enti esterni.
Una figura poliedrica, versatile, che ha saputo evolversi e adattarsi a fare tutto ciò di cui il ristorante aveva bisogno, senza perdere in eleganza, sagacia, passione.
Annalisa ci racconta la sua visione della figura della donna nella ristorazione, partendo dalla sua esperienza nella gestione di Ottocentodieci Ristorante e di imprenditrice.
“Da Ottocentodieci Ristorante, il rapporto proporzionale tra uomini e donne è abbastanza bilanciato.
In realtà, devo ammettere che in cucina c’è una sproporzione netta, non abbiamo figure femminili; mentre in sala siamo tutte donne tranne Benito Langella: la sala per noi è donna.
Questa mancanza di figure femminili, però, è una questione che mi ha sempre dato da pensare. Anche durante l’ultimo colloquio fatto, si è presentata solo una ragazza, quindi io ho sempre riscontrato una
carenza di figure femminili. Mi chiedo se sia per scelte personali, o perché ormai si è creata questo tipo di situazione e le donne quindi sono più restie nello scegliere questo lavoro e ad avere a che fare con un settore composto a prevalenza da uomini.
Mi chiedo: è una scelta personale, perché comunque il lavoro nella brigata di cucina è un lavoro di forza fisica, decisamente stancante e usurante? Probabilmente ha un peso anche la difficoltà nel poter combinare questo tipo di attività con una famiglia: il sentito è che si deve rinunciare all’uno o all’altro perché sono due attività difficilmente conciliabili. Tutto questo è molto limitante, oltre che ingiusto, ma mi sembra che la situazione al momento nelle cucine sia questa.
Per la mia esperienza, io non ho mai avuto problemi a lavorare sia con le donne, sia con gli uomini, infatti ho sempre avuto gruppi di lavoro misto, al ristorante, al bistrot e anche all’interno del mio albergo.
Però, devo essere sincera, il momento in cui ho davvero fatto più fatica, in cui ho avuto le mie più grandi difficoltà, è stato l’avviamento di tutto, il primo periodo di inizio, soprattutto con i fornitori esterni. Ho avuto bisogno di molto tempo e di duro lavoro per affermare la mia figura, ho fatto davvero fatica, e credo che questo sia stato dovuto sia al mio essere donna, sia al fatto che fossi molto giovane.
Sia nel rapporto con i fornitori, sia in quello con la clientela del mio albergo mi sono sempre confrontata con una prevalenza di uomini, che con il tempo hanno imparato a conoscermi e ad apprezzare me e il mio lavoro, ma all’inizio devo ammettere che ho fatto davvero fatica.”